via Negrotto – MI
Un intervento di recupero di tre corpi di fabbrica industriali in zona Bovisa a Milano suddivide lo spazio unico in tante porzioni ad uso laboratorio/abitazione. Il progetto ha previsto l’unione di due unità (superficie mq 32 + 32), limitando la dimensione del muro divisorio (portante), in modo da staccarlo dai muri perimetrali. Una trave calandrata ha permesso di risolvere staticamente lo scarico del peso della copertura, nella quale sono stati aperti quattro lucernai. L’unità dello spazio è garantita dall’assenza di pareti fisse, tranne quelle dei bagni, che sostengono, assieme a putrelle trasversali, i pannelli di batipin del soppalco. Due altre semplici putrelle fungono da parapetto, e a questa struttura è stata ancorata la scala in ferro e legno, sospesa e staccata dal muro (lasciando lo spazio ad una libreria che copre interamente una parete).
Altre due putrelle annegate parzialmente nel pavimento svolgono la funzione di guidare lo scorrimento dei pannelli verticali di batipin che chiudono l’antibagno (uso locale di servizio) e l’area vasca-doccia del bagno principale.
In questo modo il volume (rivestito in legno) dei locali di servizio e del soppalco si innesta nello spazio e si incontra con il setto murario centrale creando un gioco di elementi verticali-orizzontali ad incastro, quasi fosse una piccola architettura all’interno del volume originario. Anche le due piccole finestre dei bagni (che hanno la funzione di raccogliere la luce) e il colore blu del muro centrale sottolineano l’idea di giustapposizione di elementi architettonici.
Lo spazio risulta fluido e modificabile. Zona cucina-pranzo e soggiorno sono separati, ma non completamente, così come la zona notte sul soppalco. L’ampia doccia (m. 2,40 x m. 2,40) accoglie la vasca semplicemente appoggiata e addossata alla parete di fondo, e, aprendo completamente i pannelli scorrevoli, risulta in continuità con il soggiorno.
Arredi su disegno: falegnameria Zoia – Milano